12 Segnali che Soffri di Dipendenza Affettiva

Tempo di Lettura: 9 Minuti

COS’E’ LA DIPENDENZA AFFETTIVA?

La dipendenza affettiva è uno stato nel quale, la persona che ne soffre, ha difficoltà a vivere serenamente i rapporti affettivi in quanto manifesta svariate alterazioni comportamentali che portano lei, e spesso anche le persone che le stanno accanto, a vivere situazioni di tensione, paura e conflitto.

La dipendenza affettiva patologica può arrivare a essere invalidante per chi ne soffre, in certi casi portando anche a reazioni estreme e pericolose.

In questa sede, considereremo i segnali che si soffre di dipendenza affettiva in questo modo: ogni segnale può avere un’intensità lieve o grave. Quando l’intensità è lieve, il soggetto può lavorarci da solo o con l’aiuto di uno specialista, col fine di minimizzare l’impatto di queste manifestazioni sulla propria vita. In casi di manifestazioni più conclamate e pervasive, è bene chiedere l’aiuto di uno specialista, meglio se psichiatra.

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LE FRASI DEL DIPENDENTE AFFETTIVO

Il messaggio inconscio del dipendente affettivo, che guida tutte le sue azioni, è:

“SOFFRO MOLTO, HO BISOGNO CHE TU MI DIA AMORE, TI DO TUTTO QUELLO DI CUI TU HAI BISOGNO, MA TU DEVI DARMI QUELLO CHE MI SERVE, PERCHE’ SENZA QUELLO CHE MI DAI IO STO MALE, NON RIESCO A VIVERE SERENAMENTE, IMPAZZISCO, MI SENTO VUOTO”.

Le frasi tipiche (esternate o pensate) sono:

  • non posso vivere senza quella persona, sono fissato, ho l’ansia su quello che l’altro fa, pensa, dice su di me perché ho il terrore di essere abbandonato
  • chissà se mi ama ancora…
  • sarà vero quello che ha detto?
  • perché fa questo?
  • perché ha detto questo?
  • mi tradisce?
  • c’è qualcuno di migliore di me?
  • e se mi abbandona?
  • se mi lascia mi ammazzo!
  • perché ha detto così?
  • faccio quello che vuoi, basta che non mi lasci
  • dimmi cosa fare per farmi amare
  • hai ragione, ho sbagliato io
  • va bene, facciamo come desideri
  • ci vediamo oggi? domani? dopodomani?
  • voglio stare sempre con te
  • staremo sempre insieme…

 

I 12 SEGNALI DELLA DIPENDENZA AFFETTIVA:
COSA FA IL DIPENDENTE AFFETTIVO?

 

1. SI SNATURA E DIMENTICA CHI è E CIO’ CHE VUOLE

 Si snatura, fa qualsiasi cosa, anche quello che non risuona con quello che vuole, perde il senso del sé, di ciò che è e che desidera, sconfina nella ricerca di tutto quello che può compiacere l’altro, anche spesso andando contro a ciò che di base desidera.

Tipo “sì, vengo al mare, anche se voglio andare in montagna, perché se ti accompagno al mare mi vuoi più bene, forse mentre saremo al mare mi darai un bacetto e mi dirai che mi vuoi bene, e così non cerchi un altro che preferisce il mare alla montagna”.

Questo lo porta a dimenticare chi è, quello che ama e desidera.

 

2. HA PAURA DI SBAGLIARE E DI NON ANDARE BENE

Ciò premesso, ovvero che il dipendente affettivo cerchi in tutti i modi di compiacere il partner, va da sé che passi anche il tempo nella paura chiedendosi (o chiedendo al partner in modo più o meno indiretto)

  • Va bene quello che ho fatto?
  • Vado bene come sono?
  • Ho sbagliato qualcosa?
  • Ti sei arrabbiato?
  • Devo fare diversamente?
  • Dimmi come fare e io lo faccio

E’ quindi molto insicuro, crede che quello che lui fa, non vada bene. Questo è dato proprio dal fatto che, da bambino, quando ha tentato di mostrare le proprie volontà, le proprie necessità, il proprio modo di essere, è stato spesso criticato, anche in malo modo. 

Tipo: il maschietto che dice “non mi piace il calcio”, magari, al padre che invece vuole che lui diventi un calciatore, probabilmente riceverà sdegno da parte del genitore. Se poi, ancora peggio, dirà “voglio fare il poeta”, magari si sentirà dire “il poeta è una cosa da deboli, non ci campi facendo il poeta, meglio il calciatore che prende un sacco di soldi!”

Il figlio, mortificato, per compiacere il genitore e ricevere approvazione (scambiata per affetto), magari farà calcio, pianoforte, studierà legge, sempre per compiacere il genitore, e dimenticherà che a lui, invece, piaceva tanto la poesia.

Quindi, si sente sbagliato per le proprie inclinazioni, per i propri bisogni, quindi li dimentica, li sotterra, e inizia il processo di compiacimento del genitore che, da adulto, lo porterà a compiacere il partner, rimettendo in scena sempre lo stesso copione del modello d’amore appreso.

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“Non mi ami? lo so, ormai lo so che così come sono non vado bene! quindi, dai, dimmi quello che devo fare per farmi amare… cosa faccio? ti accompagno al centro commerciale? ti offro le cene al ristorante? mi faccio gli addominali? ti preparo la cena? dimmi, cosa faccio?”

Questo è un processo a ripetizione, appreso da piccoli e portato avanti un’eternità, che dice “non ti amerà nessuno se tu non fai xyz cose per farti amare”. E’ una convinzione talmente radicata che non viene spesso neanche messa in discussione.

 

3. NON SA STARE DA SOLO E CERCA DI PASSARE TUTTO IL TEMPO COL PARTNER

Il dipendente affettivo non sa stare da solo e, quando trova qualcuno che gli può dare quello che cerca, ci si attacca come una zecca e vuole stare sempre insieme al partner. Quindi, diciamolo in modo più chiaro: il dipendente affettivo trascura i propri interessi e si concentra sul soddisfare gli interessi dell’altra persona, si adatta agli interessi dell’altro per poter essere approvato e passare più tempo possibile con l’altro.

Tutto questo è dato dal BISOGNO DI CONQUISTARE L’AMORE DELL’ALTRA PERSONA PER RICEVERE.

Se la fidanzata non è disponibile, si distrae in molti altri modi (social, videogames, serie tv, porno, gioco, sport, uscite con gli amici) pur di non stare da solo e sentire quel vuoto.

 

4. SI CONCEDE PRETESE SOLO SE SONO VITALI PER LA SUA SOPRAVVIVENZA

 Il dipendente affettivo, però, può anche arrivare a mettere davanti alla voglia di stare con la persona che dice di amare, una richiesta data da un bisogno legato a una paura enorme che ha

SPIEGO:

il dipendente affettivo, in un impeto di temporaneo narcisismo, può arrivare a dire “se mi ami, allora sposiamoci, facciamo dei figli” e, ad una eventuale titubanza del partner, potrebbe anche arrivare a dire “ok allora ti lascio”, fatto salvo che, il vero dipendente affettivo, in realtà poi non riesce realmente a lasciare e continua a fare da satellite, a riavvicinarsi, talvolta anche a cedere e mollare la presa, a meno che non trovi qualcun altro che offre quello che gli serve. Questo esempio, lo preciso, riguarda poco gli uomini, è una cosa che fanno più le donne o gli uomini che hanno un’energia femminile particolarmente presente. Se il dipendente affettivo, alla disperata, arriva a dire questo, significa che il suo bisogno di avere sposarsi o di avere figli è più grande della voglia di stare col partner. Nonostante sia una dipendente affettiva, il suo grado di bisogno di sentirsi al sicuro può essere talmente grande, talmente forte, che potrebbe arrivare a dubitare dell’amore del partner e chiedere delle verifiche, delle prove d’amore, tipo queste appena accennate.

E’ vero che è libera di fare le sue scelte, ma bisogna osservare ed accettare che quella persona ha dei bisogni che sono più grandi del desiderio di stare con la persona che dice di amare. Anche perché il matrimonio o il figlio dovrebbe essere eventualmente una naturale conseguenza dell’amore tra due persone, più che un bisogno da anteporre all’amore. NO??

 

5. SENSO DI MANCANZA E DI NON ESSERE AMATO DA NESSUNO

come accennato poco fa, il dipendente affettivo si sente sempre carente di amore, anche se riceve attenzioni, regali, affetto, il dipendente affettivo vive in uno stato perenne di mancanza e si sente sempre non amato, come se l’altro non facesse mai abbastanza.

Siccome la voragine che ha è enorme, allora risulterà chiaramente incolmabile.

Dubiterà, penserà che l’amata ami un altro, che la donna che dice di amare in realtà stia con lui per un qualche vantaggio, economico o altro, e comunque il dipendente affettivo vive nella paura di non essere amato e ovunque vede mancanza d’amore.

 

6. GIUSTIFICA IL PARTNER

Cercare di giustificare sempre l’altra persona, anche quando fa qualcosa che non va universalmente bene, dicendo “eh ma poverina”…

“Eh poverina, è buona, non lo fa apposta, è solo che da piccola il padre l’ha abbandonata e quindi ha queste manie, ma non è colpa sua”… oppure “No, ma non mi voleva tradire, è capitato solo che avesse bevuto una sola volta, ma mi ha chiesto scusa e mi ha detto che mi ama”…

Diciamolo, il “poverina” lo dici perché hai paura che, se la fermi, se ti opponi, quella persona poi non ti vorrà più bene! Non lo dici per amore, lo dici per non essere abbandonato. Quindi, precisiamo che amore non è assecondare i capricci dell’altra per paura che ti lasci, ok? 

 

7. BASSA AUTOSTIMA, ATTACCAMENTO e PAURA DELL’ABBANDONO

Il dipendente affettivo soffre sempre di scarsa autostima, si considera una nullità e, di conseguenza, ha paura che l’altro se ne accorga e, quindi, ha paura di essere abbandonato. Sviluppa quindi un attaccamento morboso al partner.

Quindi è dipendente dagli stati d’animo dell’altro. Plasma il suo stato emotivo in base all’umore del partner. Se il partner è triste, gli sta vicino, è triste anche lui, teme che quella tristezza possa togliergli attenzioni. Se vede il partner triste, parte con la paura di aver fatto qualcosa che non va, chiede quindi costanti rassicurazioni e vive sempre nell’ansia, spesso a volte non rendendosene conto perché lo stato d’ansia diventa la nuova normalità.

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L’ansia è quella di perdere la fonte di sostentamento emotivo, di restare solo, venendo abbandonato.

Infatti, una delle paure più disturbanti dei dipendenti affettivi, è proprio quella dell’abbandono, che porta il dipendente a immaginare sempre di poter essere abbandonato da un momento all’altro. Quasi da aver paura di andare al bagno e che, nel mentre, il partner sparisca all’improvviso.

 

8. INSICUREZZA E RICERCA DI CONSIGLI E APPROVAZIONE

Il dipendente affettivo è avido di consigli. Chiede ad amici, parenti, partner, figure di riferimento, dei consigli ogni volta che deve prendere delle decisioni importanti, ma talvolta anche non importanti. Si veste come piace al partner, inizia ad ascoltare la musica che piace al partner, che di solito è narcisista e ben contento di imporre la sua religione di vita sull’altro in modo da sentirsi un dio!

Vive una vera e propria omologazione nei confronti del mondo esterno con la volontà di essere approvato e amato.

La ricerca di consigli all’esterno può sembrare, in effetti, un qualcosa di utile. Ma ancora più utile sarebbe avere una centratura tale da non dover chiedere agli altri dei consigli, bensì, al limite, dire “Per caso tu, dall’esterno, vedi qualcosa che io non vedo in queste dinamiche?”. Lo scopo è quello di capire la situazione e lasciare che le risposte arrivino, non quello di chiedere agli altri mille possibili soluzioni e poi sceglierne una. Questo lo si fa per delegare la responsabilità, anche se in minima parte, all’esterno.

 

9.  GELOSIA

Il dipendente affettivo è geloso. Partendo dal presupposto di non andare bene, di non essere abbastanza, è intimamente convinto che il proprio partner possa trovare qualcuno più bello, più bravo, che ha più valore.

Quindi il dipendente affettivo vive sempre con la paura che il proprio partner si accorga che in realtà, sotto ai giochini che fa per sembrare bravo, buono, disponibile, c’è una persona che non vale niente e quindi ha il terrore che il partner lo lasci per andare con qualcuno di migliore di lui.

 

10. RICERCA COSTANTE DEL PARTNER (QUANDO è SINGLE)

Sa di non potercela fare emotivamente da solo, quindi vive nell’ansia costante di trovare un partner e, quando lo trova, vive nell’angoscia di perderlo.

Infatti raramente un dipendente affettivo è single. Se è single, non lo rimane a lungo, perché si adatta anche a partner inadeguati pur di non stare da solo. Semplicemente, in modo inconscio, abbassa i propri standard o eleva nella sua testa la persona che sceglie come partner.

Un dipendente affettivo, quindi, pur di non stare solo, talvolta vede qualità che non ci sono, enfatizza piccoli pregi e si innamora di partner che vengono divinizzati con lo scopo di dire a sé stesso che ha scelto il partner migliore e che è innamorato, invece lo scopo è stare con una persona per non stare da solo.

 

11. VIENE SPESSO LASCIATO, RARAMENTE LASCIA

Spesso, il dipendente affettivo, siccome è sempre insoddisfatto, dubitante, assillante e ansioso, viene lasciato (raramente lascia lui), e quindi, siccome la persona cattiva è quella che lo ha lasciato (è intimamente convinto che sia ingiusto e sbagliato che quella persona, dopo tutto quello che lui ha fatto, lo abbia lasciato), vive nel terrore di mettersi con la persona sbagliata, con l’ennesima persona che non apprezzerà il suo essere, il suo amore, la sua dolcezza, la sua disponibilità. Pensa che, in questo caso le donne che lasciano, siano tutte delle ingrate, egoiste, che cercano il principe azzurro, e quindi ha anche il terrore di essere nuovamente lasciato.

Così facendo, chiaramente, non produce amore all’interno della coppia, ma paura, e di conseguenza viene puntualmente lasciato e può così alimentare la sua convinzione. Una vita infernale, insomma.

 

12. SI FA MANIPOLARE FACILMENTE

Siccome ha il terrore di rimanere da solo, facilmente si fa persuadere dal partner nelle scelte di coppia con lo scopo di compiacere l’altro e farsi amare, accettare e non farsi lasciare. Quindi non si rende conto di come la partner riesca a far girare sempre la ruota in suo favore e crede che a lui vada realmente bene così. Siccome si accorge, alla fine, che non è soddisfatto e felice, si lamenta spesso di questa condizione, come se fosse la partner quella persona infame e ingiusta che se ne approfitta – quando se ne accorge- , ma in realtà è lui ad essersi messo in quella condizione.

 

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