Il Cocco di Mamma (Evitante e Dipendente)

Tempo di Lettura: 7 Minuti
C’è un lato insidioso nell’essere il “cocco di mamma” quando cresci. Ci sono dei pro, lo so, ma anche dei contro che forse non hai del tutto ben valutato.
E non serve che tu viva con mammina per essere il suo prediletto, perché una mamma ingombrante lo è anche quando stai dall’altra parte del mondo.
Lo è, talvolta, anche se è morta, perché ciò che è stato sopravvive dentro di te, nella tua mente.

 

IL FIGLIO PERFETTO

Probabilmente sei cresciuto avvolto in un insieme di aspettative soffocanti,  di richieste di essere il figlio perfetto, quello che raggiunge sempre risultati, che si impegna sempre e che si comporta sempre al meglio.
Infinite richieste di attenzioni, che lei chiedeva a te, per sé, facendo finta di interessarsi a te.

 

Oh. Pensavi davvero che mamma ti chiamasse ogni giorno perché voleva sapere se avessi mangiato tutto e se ti fossi messo la maglietta della salute?
No no.
Mammina ti chiama(va) tutti i giorni innanzitutto perché si sente sola. Lo sai anche tu che ha una vita schifosa e che sentirti la distrae, dai, è così evidente.
Le tue soddisfazioni la rincuorano.
I tuoi fallimenti la preoccupano.
Ma comunque si distrae dal suo dolore e questo è quello che le importa di più.

 

Se sei una persona che nella vita fallisce spesso, probabilmente anche tu dipendi ancora molto da lei e quel tuo fallimento è un modo per continuare a richiamare le sue attenzioni.
Se sei un uomo di successo e che non ha bisogno di supporto emotivo e vicinanza da parte delle figure genitoriali, allora, se la senti tutti i giorni o quasi, stai semplicemente accettando di essere la sua distrazione.

IL FIGLIO UTILE

“Daniela, ma che dici? Mia mamma mi vuole bene, è normale, tutte le mamme vogliono bene ai propri figli.”
Sì, ti vuole anche bene (anche!), ma il motivo per il quale ti cerca sempre, per un motivo o un altro, è che tu le servi per fuggire dalla sua solitudine e tristezza, e questo è un fatto di cui ti puoi accorgere da solo se sei un minimo sveglio. Basta poco.

 

Quindi, tutto questo come va a tuo vantaggio?
A parte diventare il salvatore di mammina, ma tu cosa ci guadagni a farti rompere l’anima tutti i giorni?
Telefono, pranzi, bucato, discorsi, narrazioni di eventi che accadono a persone di cui non sai nemmeno l’esistenza e che ti trovi ad ascoltare pazientemente per non darle un dispiacere.
Vero o no?

 

Ma bastasse. La cosa più agghiacciante è che non ti accorgi che molte di queste dinamiche sono la causa della tua infelicità, della tua vita insoddisfacente.
Mantenere questo legame, spesso, ti porta a dover sacrificare i tuoi confini, ma anche i tuoi sogni e desideri.
Tutta la tua vita viene messa da parte per occuparti di compiacere la mamma carissima ed evitare di deluderla. Dopotutto, la sua delusione equivale alla scomunica, allo spregio, e da bambini questa è una condanna peggiore della morte.

IL FIGLIO (IR)RESPONSABILE

Ma una madre così dà un vantaggio, no?
Dillo dai che è comodo avere sempre qualcuno che si occupa di te, che decide per te, che fa quello che non vuoi fare, che c’è…
è comodo perché così non hai la responsabilità al 100% della tua vita. Ma ce l’hai al 20, al 50 al massimo, ma non ce l’hai mai del tutto tu la responsabilità di ciò che sei e fai.
Osserva bene!

 

La domanda quindi diventa… Perché tua madre è così?
E… C’è qualcosa che puoi o devi fare al riguardo?

LE FIGLIE NON AMATE

Andiamo a vedere:
le madri che adottano questa abitudine al controllo emotivo sui propri figli spesso hanno avuto un pessimo rapporto con il proprio padre.
Probabilmente non era lì quando era piccola, e non le offriva la forza e la presenza che lei desiderava così disperatamente in quanto bambina.
Questo trauma iniziale l’ha portata a cercare il controllo nelle sue relazioni adulte e ha stimolato la sua tendenza a cercare di “aggiustare” gli uomini a cui si è avvicinata.
Questo per trasformarli nel tipo di uomo che potesse darle tutto l’amore e l’attenzione che suo padre non le aveva dato.
Il suo terrore di essere abbandonata la porta ad aggrapparsi strettamente ai suoi figli (soprattutto ai maschietti) per evitare che il trauma iniziale si ripeta.
Perché il marito non c’è più, o c’è ed è come se non ci fosse, ma un figlio… Beh, un figlio non può farlo. Ha degli obblighi morali, no?
“Sono tua madre, ti ho cresciuto dandoti tutto, me lo devi”… e bla bla via con la sagra dei sensi di colpa già da quando sei bimbo, come se le avessi chiesto tu di farti nascere.
In pratica nasci con un debito morale e non lo sai.

OBBLIGHI E RICATTI

Ma siccome gli obblighi morali a volte non sono sufficienti, allora partono i ricatti, non solo emotivi ma anche pratici:
avrai notato, forse, che tua madre ti rende dipendente.
No?
In primis dal suo giudizio. Vuole sapere cosa fai, come vanno gli studi, il lavoro, le relazioni, e vuole dire la sua al riguardo. Lo fa inconsciamente perché sa di influenzarti in questo modo. Anche se pensi di no, in realtà sei stato programmato da piccolo per tenere sempre in considerazione il suo giudizio, quindi non riesci a ignorarlo nemmeno se vuoi o se credi di riuscirci.
Poi ti rende dipendente, se vivi con lei o vicino a lei, anche con cibo, bucato, e altre commissioni che svolge al posto tuo.
Vero o no?

 

Nella sua forma più estrema, questa codipendenza emotiva madre-figlio diventa del tutto malsana e quasi incestuosa.

L’ANSIOSO (DIPENDENTE)

A sua volta, il figlio si sente responsabile dei sentimenti della madre, fin da quando è bambino, perché la madre si sarà mostrata triste quando lui non avrà fatto quello che lei voleva.
“Ti sei comportato male, la mamma è triste”.
Quindi il bambino modella la sua personalità e i suoi desideri per soddisfare al meglio le esigenze materne e, una volta programmato così per almeno 15 o 18 anni, da grande non sarà difficile continuare a mantenere quel ricatto emotivo attivo in modo da non perdere anche la sola persona che potrebbe non andarsene per sfuggire dal suo controllo, spiegato prima.
Se ci aggiungiamo anche delle azioni mirate (inconsciamente, fo course) a invalidare i sentimenti e le emozioni del figlio in opera quando non agisce come lei desidera, beh, abbiamo il cocktail per creare un ottimo adulto con tendenza alla dipendenza affettiva.

L’EVITANTE (NARCISISTA)

Ma un figlio cresciuto così, ovviamente, nel tempo e crescendo può anche sviluppare del risentimento, del tutto comprensibile, utile a renderlo indipendente.
Pochi sono in grado di rompere quel legame e spesso lo fanno con liti e strappi brutali che lasciano con il senso di colpa a vita.
In questo caso, questi uomini sviluppano uno stile di attaccamento evitante per sfuggire alla natura ansiosa e controllante della madre.
Ciò può portare a difficoltà quando si tratta di relazioni romantiche su tutta la linea.
L’impegno diventa estenuante e l’intimità è qualcosa da evitare perché si avvicina troppo al rapporto che aveva con sua madre, quindi comincia a percepire controllo, va in ansia e fugge. Fugge dalla ragazza perché questa rappresenta la trasfigurazione materna, con la quale può finalmente inscenare la rottura tanto anelata.

 

L’uomo con attaccamento evitante solitamente mantiene relazioni emotivamente poco profonde, e le spiegazioni che si dà è che lei non è quella giusta, anche se poi soffre quando se ne va, oppure si mette a focalizzarsi sui difetti e sui possibili problemi, passandoli in rassegna nel tentativo di risolverli, ma così facendo non dà attenzione alle potenzialità, né tantomeno a quello che sente e ai sentimenti, e quindi imposta una rotta destinata a finire con la nave a picco.
Altri rimangono sulla superficie saltando da un letto all’altro, cercando relazioni fisiche superficiali per evitare il bagaglio emotivo che deriva da un’intimità profonda. Le donne di cui si innamora sembrano immagini speculari di sua madre… Ansiose, controllanti, castranti, dalle quali desidera tenere le distanze o scappare, nonostante le emozioni siano forti. E il ciclo si ripete, ancora e ancora e ancora, di donna in donna, sempre con le medesime dinamiche.

COME RISOLVERE

Fino a quando non sceglierai di riappropriarti della tua vita, di stabilire confini sani, di lavorare su di te, conoscere te stesso e le tue emozioni; finché non imparerai a capire ciò che ti piace e desideri veramente per la tua vita, le tue sensazioni, le tue risposte, i tuoi bisogni… non sarai mai libero da questa morsa.

 

Come risolvere? Ovviamente non puoi creare sovrastrutture e convinzioni che ti dicono che sei sempre nel giusto, che sbagliano gli altri, che Vaffanculo se non mi meritano possono sparire! Lo intendi, vero?
Se vuoi guarire, devi affrontare le cause profonde.

 

Quei ricordi e sentimenti nascosti e bloccati che sono sepolti nel profondo del tuo corpo e del tuo subconscio devono emergere. Devi entrare nel mindset che ti permette di operare un lavoro partendo da te, da ciò che sei, da quello che vuoi, davvero.

FAI IL PRIMO PASSO VERSO DI TE

Se non sai da dove iniziare, allora ti posso aiutare a partire, a gettare le basi per iniziare a risolvere da subito almeno i problemi più grossi che hai con te stesso e di conseguenza con le donne che incontri ogni giorno.

 

⭐️ Se pensi di avere una tendenza all’attaccamento ansioso e ti senti più simile al dipendente affettivo, se cioè quando incontri una donna dipendi da lei, hai paura che lei ti lasci e diventi ansioso e geloso, allora per te ho preparato questo corso di 3 ore con esercizi pratici “Come superare la dipendenza affettiva”.

 

⭐️ Se invece ti riconosci di più nella tipologia dell’evitante, per iniziare il tuo percorso ti posso consigliare il mio corso di 3 ore con esercizi pratici  “Come diventare un Vero Uomo” che ti aiuterà a iniziare il tuo percorso di rinascita e miglioramento di te stesso e delle tue relazioni (questo corso è utile a tutti, anche a chi tende alla dipendenza affettiva).

 

🟢 Se hai dubbi e non sai quale scegliere, puoi scrivere al mio Centro Messaggi Whatsapp, raccontando il tuo caso in modo che io e il mio staff possiamo aiutarti a scegliere la strada migliore per lavorare sulle tue difficoltà e risolverle insieme!
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