In questo breve articolo, introduco e commento una questione ampiamente trattata dal dottor Mattias Desmet, professore di psicologia clinica all’Università di Gent in Belgio, Master Degree in Statistica, il quale espone nel video in calce (che vi invito caldamente a vedere) le sue osservazioni degli ultimi 18 mesi, le quali lo hanno portato a concludere che la stragrande maggioranza delle persone siano realmente cadute sotto una sorta di incantesimo. Però la realtà non è un incantesimo, ovviamente: il termine che usa il Prof. Desmet è “formazione di massa“. In questo momento si sta manifestando come una risposta psicologica – non diversamente dall’ipnosi – all’incessante, focalizzata campagna di paura a cui siamo stati tutti sottoposti.
Ma andiamo per ordine:
Indice
COME NASCE QUESTA PROPENSIONE A CREDERE?
Ci sono 4 CONDIZIONI che devono essere presenti prima che possa emergere un fenomeno di formazione di massa su larga scala, spiega Desmet.
- le persone devono avere una pregressa condizione di MANCANZA DI LEGAMI SOCIALI, MANCANZA DI CONNESSIONE;
- le persone devono stare vivendo una situazione di MANCANZA DI SIGNIFICATO, DI SENSO DELLA VITA;
- le persone devono star sperimentando uno stato di “ATTACCHI D’ANSIA” (free floating anxiety), ovvero delle improvvise crisi di ansia che non sono causate da nulla di specifico, che non sono connesse ad uno specifico oggetto. Precisa Desmet “Se vedi un leone e hai paura, sai che è quello l’oggetto della tua paura, la tua ansia, in quel caso, è connessa ad una rappresentazione mentale”. Senza che sia presente l’oggetto della paura, però, ti trovi a vivere uno stato di ansia che non puoi controllare.
- le persone devono star sperimentando uno stato di FRUSTRAZIONE E RABBIA interiori (“free-floating frustration and aggression”), quindi una rabbia che viene percepita interiormente, ma che non può essere indirizzata verso qualcuno di specifico perché manca l’oggetto.
IL CAPRO ESPIATORIO
Queste condizioni interiori sono stati pregressi, che originano dall’inconscio (personale o collettivo) e trovano sporadicamente un capro espiatorio all’esterno.
Molte persone che sperimentano stati di ansia, depressione, frustrazione e rabbia, cercano (e apparentemente trovano) delle spiegazioni esterne ai loro disordini, andando di volta in volta ad agganciarsi a questa o quella azione, a questo o quell’evento accaduto. Persone che sono spesso tristi, o spesso depresse, o spesso ansiose, per non parlare di tutte le persone che, continuamente, sfogano sul primo malcapitato la loro frustrazione.
Esiste un esercito mondiale fatto di mercenari che hanno l’unica colpa di aver trascorso una vita intera in uno stato di sofferenza, di mancanza di scopi, di paura, di ansia, tristezza e depressione, senza conoscerne realmente le cause.
Il sistema scolastico, d’altro canto, non fornisce alcuna base, alcuno strumento per la conoscenza di sé stessi, col risultato che vediamo: orde di esseri umani, confusi e disperati, che cercano qualcuno da incolpare delle proprie disgrazie.
COSA ACCADE A QUESTO PUNTO?
Alle persone che cercano legami e connessione (punto 1) diamo un pianeta pieno di persone nelle loro stesse condizioni di disperazione a causa di una pandemia a livello globale che costringe a diventare, per un po’, ma solo per poco, tutti uguali: tutti chiusi in casa, tutti a condividere la medesima paura, le medesime restrizioni, le stesse speranze. Improvvisamente, quindi, a miliardi di persone senza uno scopo, con una vita insignificante (punto 2), viene consegnato uno scopo: sopravvivere, uscire da questa situazione tragica, e farlo tutti insieme, tutti uniti. Poi, schieriamo migliaia di medici che spiegano come, la situazione attuale, abbia portato ad un incremento degli stati d’ansia e depressione (punto 3), quindi forniamo una giustificazione planetaria ai propri disagi psichici: la pandemia e le restrizioni. “E’ colpa del virus se sei rimasto chiuso in casa e stai male!”.
Benissimo, ora, facciamo attenzione: abbiamo miliardi di persone che hanno trovato una giustificazione al proprio malessere, hanno trovato uno scopo di vita e anche un senso di comunione dato dalla situazione in atto. Ora, operiamo come segue (e andiamo al punto 4):
DIVIDE ET IMPERA
creiamo qualche squadra:
quelli che indossano la mascherina VS quelli che non indossano la mascherina;
quelli che indossano la mascherina chirurgica VS quelli che indossano la mascherina di stoffa;
quelli che indossano la FPP2 VS quelli che indossano la chirurgica o quella di stoffa;
quelli che fanno sport o vanno a trovare i genitori VS quelli che stanno segregati a casa;
quelli che fanno la prima dose VS quelli che non si sono vaccinati;
quelli che hanno la seconda dose VS i No-Vax e prima dose;
quelli che hanno la terza dose VS i No-Vax e prima e seconda dose;
quelli che hanno il Green Pass VS quelli che hanno il Super Green Pass;
etc. etc.
Non è un modo perfetto per avere, sempre e comunque, con assoluta certezza, qualcuno contro cui inveire? Qualcuno con cui prendersela? Qualcuno di cui aver paura? Qualcuno da incolpare per le proprie paure, ansie, miserie, disgrazie?
A me sembra perfetto!
LA STRADA GIUSTA
Prendiamo un oggetto di paura (virus) e di rabbia (i novax per i provax e i regimi repressivi per i novax): nel momento in cui conosco le leve, posso usarle per manovrare le persone che, sollecitate, risponderanno certamente agli stimoli che andrò ad esercitare.
Se manovri l’oggetto della paura e della rabbia, manovri le persone affette da paura e rabbia e che si sono agganciate a quell’oggetto.
Legarsi tra “simili” nel tentativo di trovare, insieme, una soluzione alla disperazione esterna (senza vedere la radice del dolore), crea un apparente conforto e trasmette l’idea che, la traiettoria intrapresa, sia quella giusta.
IL VERO NEMICO
Quello a cui stiamo assistendo da due anni non è un disastro solo a livello sanitario ed economico, ma è un disastro, soprattutto, a livello profondo, interiore. Parliamo di miliardi di esseri umani che stanno combattendo, a loro insaputa, una battaglia contro i loro demoni interiori, i quali sono stati opportunamente trasferiti all’esterno (su virus, vaccini, greenpass, limitazioni, crisi economica, novax e provax) col solo scopo di essere adoperati dalle persone che hanno un notevole vantaggio nel farlo.
CHI? Coloro che hanno un interesse economico nel farlo.
Questa inconsapevole speranza di risolvere qualcosa (che non può essere risolta in questo modo, essendo interiore – sarebbe come cercare di togliersi il trucco dalla faccia, pulendo lo specchio) è il motivo per il quale le persone tutte continuano a seguire il dolce suono del Pifferaio di Hamelin (i media).
Nonostante siano state più volte provate le insensatezze, le contraddizioni, gli errori proferiti dai media, dai medici ed enti preposti alla nostra salvaguardia, le persone – quasi tutte – continuano a credere al magico suono del flauto. Lo fanno, spiega il professor Desmet, perché ne hanno disperatamente bisogno. Hanno bisogno di CREDERE. E, più le cose sono assurde, meglio funzionano, perché il credo si basa su un’azione di fede, su un rito.
“IO CREDO NELLA SCIENZA, QUINDI MI SONO VACCINATO”
Quante volte abbiamo sentito questa frase? Ma la scienza non è una religione. La scienza non è un qualcosa alla quale credere ciecamente. Anzi, la scienza è progresso e, in virtù dei progressi che ogni giorno vengono portati avanti in ambito scientifico, è lecito dubitare continuamente di ciò che, al momento, viene proposto, perché fra dieci, cinquanta o cento anni, potrebbe rivelarsi alla meglio obsoleto, alla peggio addirittura dannoso o catastrofico.
Negli stati uniti, ad esempio, si stima che gli errori della medicina siano la terza causa di morte. Nel mondo esistono centinaia di casi provati di malasanità.
La scienza e la medicina sono indispensabili, sono di certo una delle strade maestre create dall’uomo per la sopravvivenza degli esseri viventi, ma non possono e non devono essere considerate infallibili. E’ intelligente riuscire a discernere, nella scienza così come in ogni ambito, e ad informarsi da varie fonti, non solo dai media mainstream.
Ricordo che, secondo il rapporto di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa, Fnsi, dell’aprile 2021, l’Italia si trova al 41° posto.
SQUADRE E…
La pandemia, altamente strumentalizzata, ha permesso di connettere fra loro centinaia di migliaia di persone, sconnesse da loro stesse, finendo inevitabilmente col creare delle squadre, come abbiamo già visto.
Far parte della squadra “dei buoni” (e, precisiamolo, ogni squadra crede di essere nel giusto e riesce a portare tesi della propria bontà) aiuta queste pecorelle smarrite a sentirsi meno sole, a sperare una soluzione alle loro (pregresse) problematiche emotive e psicologiche. Le squadre “dei nemici”, di contro, aiutano a dare un volto alla loro rabbia interiore, diventano il pannello su cui proiettare i propri irrisolti psichici. Coi nemici sempre a portata di mano, supportati dai media e da “quelli come loro”, i partecipanti alle rispettive squadre si sentono pienamente autorizzati a vomitare le proprie frustrazioni addosso a chi la pensa diversamente. Specie in questa situazione, dove “il nemico” potrebbe contagiarti e ucciderti, come continuano a ripetere i media.
Quindi, grazie a queste proiezioni, e grazie alla possibilità di sfogarsi coi “nemici”, ambedue gli schieramenti, se in uno stato di inconsapevolezza di sé, avvertono un temporaneo sollievo dal loro dolore che, precisiamolo, è stato prima smosso e poi riportato a galla dalla situazione attuale (in molte persone, infatti, questi sintomi erano latenti e poco evidenti). Da questo temporaneo sollievo, dato dallo sfogo contro i nemici e dato, anche e soprattutto, dalla distrazione che ricevono tutti nell’occuparsi 24/7 di queste faccende (leggere, vedere video, discutere con amici, parenti, colleghi, litigare sui social, etc), le persone traggono la convinzione di star facendo qualcosa di corretto, di essere quindi dalla parte del vero.
…SOLUZIONI
La soluzione, come ci informa il professor Desmet, sarebbe quella di andare alla radice dei disordini personali. Cosa non va, in questa società, per avere così tante persone ridotte al limite delle problematiche psicologiche? Perché vale la pena chiedersi se sia “colpa” del singolo, o se sia la società ad avere qualcosa che non va, qualcosa che, in un’ipnosi collettiva, porta le persone a non conoscersi, a non avere una solidità interiore e, quindi, ad essere costantemente in balia dei mutamenti esterni.
Non ha senso, dico io, prendersela con chi sfrutta il disagio dei più deboli per guadagnarci. Le persone infami (perché non si possono chiamare diversamente), pronte a lucrare sulla debolezza altrui, ci sono sempre state e, forse, sempre ci saranno (o comunque per qualche altro centinaio di anni).
La soluzione non è quella di combattere questi colossi, ma è quella di risanare la nostra interiorità, renderci meno soggetti alla paura, alla rabbia, al bisogno di ricevere approvazione dall’esterno. Solo così sarà possibile trovare quello spazio di tranquillità, di pace, all’interno di noi. Uno spazio che non potrà essere intaccato dalla paura, dal disordine, dalla rabbia, dalle salvifiche soluzioni propinate dall’alto senza la benché minima salvaguardia per il reale bene della collettività, ma col solo scopo di creare una spaccatura nella quale insinuare controllo col solo scopo di trarne un vantaggio economico su larga scala.
Condivido tutto, parole che anche io penso grazie
Complimenti quanto esposto è assolutamente VERO e REALE
Bisogna divulgare ed informare il più possibile
Grazie
La penso esattamente come Lui!
In tutto e x tutto….
Alla fine il professore, dopo tante parole, fa una bella operazione di marketing a favore della psicoterapia. Anche questa ben mascherata… Chapeau! Non avrete i miei soldi!