Quando parlo con i ragazzi che seguono il mio gruppo Vero Uomo – crescita personale e relazionale, ma specie quando seguo le persone durante le private, sento spesso dire cose tipo:
“La mia ex era narcisista”;
“La ragazza con cui sono uscito era una gold digger (o scalatrice sociale)”;
“La ragazza che ho frequentato era una borderline”.
Indice
LA RICERCA DELLA DIAGNOSI
Spesso, queste “diagnosi”, vengono fatte senza cognizione di causa, ma alcune volte – rare, per fortuna – ci sono anche alcuni soggetti che vanno addirittura da psicologi a descrivere i comportamenti delle proprie ex al fine di farsi decretare l’effettiva “colpa” della malcapitata, la quale colpa funge da sollievo alle responsabilità degli zelanti maschietti.
Una volta, un mio cliente, mi ha addirittura confidato che, in modo del tutto illegale, è riuscito ad ottenere la perizia psichiatrica della sua ex dal di lei psichiatra, persona che lui conosceva. Non siamo ai limiti della follia?
Con ciò non dico che le donne non facciano altrettanto, sia ben chiaro, ma io lavoro con uomini e quindi conosco e presento le realtà da loro dipinte.
Ciò che, però, voglio dire è che, in tutto ciò, prima di distinguere le scalatrici sociali dalle dipendenti affettive, e le borderline dalle narcisiste, è bene capire come mai lo si voglia fare. In altre parole, sto dicendo che, il più delle volte, le persone vogliono conoscere gli errori, i difetti, le diagnosi psichiatriche delle partner, al fine di:
- sentirsi meglio con loro stessi (“io sono migliore di lei”);
- avere una difesa in caso venissero scaricati (“beh, meglio se ne sia andata, non ho perso niente, era solo una >patologia a piacere<“);
- (infine, ma raramente) scegliere una persona che sia quanto più possibile consapevole e che abbia, in qualche misura, sanato le proprie ferite e traumi.
COME RICONOSCERE LE DONNE DISFUNZIONALI
Quando una persona osserva ed entra in conflitto con la propria nemesi, deve essere consapevole che, ciò che vede e vive nella relazione col partner, rappresenta la propria controparte in ombra. Questo, ovviamente, è importante da tenere presente al fine di rendere l’esperienza della relazione un qualcosa di costruttivo, anche all’interno delle tensioni che si vengono a creare.
E’ infatti importante sapere che, finché una persona non raggiunge la pace interiore, inevitabilmente andrà a creare relazioni poco equilibrate. Queste, agli occhi dei più attenti, diventeranno potentissime occasioni di crescita tramite rispecchiamento dell’anima (vedi Marie-Louise von Franz, “Rispecchiamenti dell’anima”, 2012).
Ciò premesso, andiamo a vedere come riconoscere le diverse tipologie di donne disfunzionali e, alla fine, vediamo se abbia o meno senso evitarle, e, se sì, in quali casi.
BORDERLINE
Il disturbo borderline di personalità (o disturbo di personalità emotivamente instabile) viene diagnosticato solitamente in persone che sono caratterizzate dalla paura del rifiuto, dell’abbandono e da una generale instabilità nelle relazioni sociali.
Le donne border tendono ad impiegare molte energie nel tentativo di evitare la solitudine, spesso senza rendersi conto che, nelle manifestazioni di attaccamento ed ira incontrollata quando qualcosa minaccia la loro stabilità, sono esse stesse ad allontanare le persone che vorrebbero vicine.
La donna borderline, talvolta, arriva addirittura ad avere pensieri suicidari e a minacciare il suicidio per invitare all’assistenza e al salvataggio.
Va precisato che, in percentuale, si riscontrano più donne con tendenze borderline. Per la precisione, in 75% delle diagnosi borderline sono per il sesso femminile.
Alcune modalità che possono far intuire di avere a che fare con una donna bordeline sono:
- propone e usa il sesso come legante – è quindi seducente in un modo che lascia all’uomo poca scelta;
- un altro modo in cui “seduce”, è il vittimismo e il lamento, attirando uomini che si identificano col ruolo di salvatori;
- solitamente intrattiene relazioni brevi e superficiali, prendendo molto e dando molto poco;
- scatti d’ira o vere e proprie crisi di rabbia, con annessa incapacità di ragionare in modo lucido; i cambiamenti di umore (come: intensa disforia, irritabilità, ansia) di solito durano solo poche ore e raramente durano più di un paio di giorni;
- vuoto emotivo incolmabile che la spinge a sentirsi sempre mancante – anche quando il partner riesce a fare esattamente quello che la donna border aveva desiderato e richiesto, lei comunque trova il modo di sentirsi non amata, trovando pretesti per essere scontenta;
- bisogno di attirare l’attenzione tramite atteggiamenti che suscitino compassione o tramite la minaccia di possibili eventi catastrofici (autolesionismo, suicidio, etc.) – e, quindi, richiesta di assistenza, la quale viene poi interpretata come amore;
- sbalzi d’umore che vanno dalla felicità euforica alla depressione, spesso causati dall’andamento della realtà secondo le loro aspettative;
- tendenza ad affidarsi completamente al partner e poi ad incolparlo se qualcosa non va;
- manipolazione involontaria (tramite atteggiamenti di pena, minacce, colpe, etc.) al fine di legare ed ottenere supporto;
- idealizzazione del partner, il quale passa da salvatore a persecutore nel momento in cui non presta l’attenzione dovuta ed immediata alle richieste infinite del borderline;
- si prende i meriti quando le cose vanno bene (anche se è merito del partner o amici ai quali si è affidato) e incolpa brutalmente gli altri quando invece le cose non vanno per il verso giusto;
- scarsa attenzione ai bisogni del partner – sono concentrati sull’ottenere, più che sul dare, in quanto soffrono di bassa autostima e usano le persone per riempire i propri vuoti emotivi;
- mostra ampie dimostrazioni esteriori d’affetto, sebbene, in fondo, non sappia realmente amare – nel senso che non sa donare, ma solo prendere;
- tende a isolare il partner, o chi gli fornisce supporto emotivo, in modo da averlo tutto per sé e ricavare più sostentamento affettivo possibile;
- tende ad omettere, a raccontare mezze verità o vere e proprie bugie, sempre con lo scopo di non perdere chi gli fornisce supporto;
- cambia continuamente idea sulle cose, sulle persone e sugli affetti – è imprevedibile e lascia il partner in un costante stato di incertezza e paura sulla prossima mossa, in certi casi manifestando reazioni opposte perfino sulla stessa identica situazione;
- elevato rischio di cadere in relazioni di co-dipendenza.
DIPENDENTE AFFETTIVA
Il dipendente affettivo si evidenzia nel contesto delle relazioni sentimentali o affettive in genere in quanto, in tali contesti, perde la propria identità ed autonomia e diventa completamente dipendente dal partner.
Come il soggetto borderline, anche il dipendente affettivo teme l’abbandono, la separazione, la solitudine e, questo timore, genera nel soggetto dipendente un costante stato di paura, di ansia, di timore verso gli altri.
Il dipendente affettivo crede che, la soluzione al suo dolore e al suo stato di mancanza, si trovi nella relazione, nel partner, quindi ricerca con forza un partner e poi fa di tutto per mantenere in piedi la relazione.
Come spiego nel mio corso “COME SUPERARE LA DIPENDENZA AFFETTIVA”, il messaggio inconscio del dipendente affettivo, che guida tutte le sue azioni, è
“Ho bisogno che tu mi ami. Ti do quello che vuoi, divento ciò che desideri, ma tu devi starmi vicino, devi amarmi, perché senza di te io sono disperata”!
La letteratura scientifica è concorde nel ritenere che la dipendenza affettiva colpisca prevalentemente le donne, in percentuale, rispetto agli uomini, che si attesta intorno al 90% (Miller, 1994).
I segnali che una donna è affetta da dipendenza affettiva sono i seguenti:
- ansia, paura, timore di ciò che l’altro fa, pensa, dice su di lei perché ha il terrore di essere abbandonata;
- il rapporto di coppia non è una libera scelta, ma una necessità senza la quale, la dipendente affettiva, non riesce a vivere;
- tendenza a voler stabilire una relazione simbiotica, a voler passare tutto il tempo col partner;
- tendenza ad annullarsi, ad accontentare il partner, ad essere accondiscendente in tutto, pur di non perdere la persona amata – si fa quindi facilmente manipolare, solitamente da un partner narcisista che ha interesse nel farlo;
- presentano frequenti oscillazioni dell’umore, dell’autostima, così come il continuo cambiamento delle decisioni che riguardano tanto la quotidianità, quanto progetti e obiettivi;
- pensieri ossessivi di timore e controllo implicito – “Mi ama?”, “Mi vuole lasciare?”, “Avrà un’altra?”, “Perché ha detto così?”, “Ho fatto qualcosa di male?”
- forte gelosia, spesso incontrollata in quanto, cercando di schiacciarla e nasconderla, poi esplode senza limiti;
- perdita della propria identità (abbandono dei propri interessi) in funzione della simbiosi col partner – acquisisce hobby e stile di vita del partner pur di assecondarlo;
- bisogno di compiacere costantemente il partner, arrivando anche al servilismo;
- paura di sbagliare e di essere mal giudicata dal partner – che potrebbe quindi privarla dell’affetto;
- quindi, ripetute e costanti giustificazioni in caso di errori – il dipendente affettivo teme molto di risultare in errore, perché associa all’errore la perdita di amore e affetto;
- bassa autostima e, di conseguenza, morboso attaccamento a chi, stando assieme a lei, le dà la parvenza di avere un valore – quindi, ricerca costante di approvazione;
- craving – atteggiamento di costante e ossessiva brama dell’oggetto del piacere (si usa riferendosi ai tossicodipendenti e agli atteggiamenti di incontrollabile ricerca della sostanza psicoattiva);
- disperazione e delirio in concomitanza alla perdita del partner;
- viene spesso lasciata, raramente lascia – quando è single, ricerca disperatamente il partner;
SEGNALI NELLA COPPIA
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Sono vari i segnali che aiutano a rendersi conto di essersi coinvolti in una relazione dipendente tra cui:
- la mancanza di reciprocità nella comunicazione (ad es. uno parla sempre e l’altro sta zitto);
- la mancanza di una progettualità in comune (è sempre uno dei due che vorrebbe sposarsi, comprare casa, avere figli, ecc.);
- l’assunzione di regole rigide che servono apparentemente a preservare la coppia ma che in realtà non rispettano la libertà individuale;
- la mancanza di spazi condivisi (ognuno fa le cose per conto suo);
- la mancanza di una sessualità di qualità;
DIFFERENZA TRA BORDERLINE E DIPENDENTE AFFETTIVA
Essendo il disturbo Dipendente costruito sulla paura della punizione, la differenza più evidente col disturbo Borderline è infatti l’incapacità, che rasenta l’impossibilità, di esprimere la rabbia e di entrare in aperto conflitto con le figure di attaccamento familiare e con i partner nella coppia, o comunque di affermare verso di loro i propri bisogni.
NARCISISTA
La donna narcisista è più rara rispetto all’uomo narcisista. Si stima, in percentuale, che le donne affette da disturbo narcisistico di personalità, rispetto agli uomini, siano il 30-40% (contro un 60-70% di uomini, percentuale che varia a seconda delle statistiche fatte).
Trovo che, spesso, la donna borderline, in alcuni suoi atteggiamenti di pretesa e di necessità di stare al centro dell’attenzione, possa essere erroneamente ritenuta narcisista.
In realtà, la persona narcisista si distingue più che altro per la tendenza ad esagerare le proprie capacità, apparendo spesso presuntuosa, superiore, strafottente. La persona narcisista pretende che ogni sua necessità venga prontamente soddisfatta da chi gli sta intorno, in quanto pensa di avere diritto ad un trattamento speciale. Questo accade, sempre, nel tentativo di colmare in modo aggressivo ciò che le è mancato da piccola.
La donna narcisista presenta le seguenti caratteristiche:
- bisogno e pretesa di essere sempre al centro dell’attenzione;
- difficoltà a riconoscere i bisogni e gli stati emotivi del partner;
- pretende che tutti le riconoscano lo status di persona speciale;
- relazioni sessuali con propria pretesa di eccellenza e conseguente ansia da prestazione;
- vede gli altri in ottica competitiva, lotta con foga per stabilire e mantenere una posizione di supremazia ed è, di conseguenza, spesso invidiosa degli altri;
- ha proficui successi sul lavoro, ma relazioni sentimentali disastrose, a meno che non si forzi a mantenere una relazione di facciata, impostata secondo regole rigide e sovrastrutture intoccabili;
- tende a legare con persone che si ritengono inferiori, in quanto teme molto qualunque competizione e cerca di circondarsi di persone che la facciano sentire speciale;
- quando trova un partner “al suo livello”, diventa più simile alle dipendenti affettive, temendo l’abbandono e, se lasciata – o se accadono gravi insuccessi – cade facilmente in una profonda depressione.
DISTURBI MINORI
Fin qui abbiamo visto delle tipologie di disturbi che vengono descritti nel DSM – Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
Di seguito, in modo più leggero e meno patologico, vediamo qualche altra tipologia di donna che, pur non essendo ufficialmente disturbata, può creare tensione nell’interazione di coppia.
SCALATRICE SOCIALE (GOLD DIGGER)
Secondo l’immaginario collettivo, la gold digger (più che la scalatrice sociale) non viene attratta dalle qualità estetiche o personali di un uomo, ma più semplicemente dal suo conto in banca.
Sono donne che, in stato di reale o presunta difficoltà economica, pensano sia più semplice risolvere la propria situazione, chiedendo supporto al partner, piuttosto che darsi da fare per trovare la propria fonte di sostentamento.
La Gold Digger si riconosce quando:
- già dalle prime uscite, fa in modo di non pagare – spesso senza neanche fare il gesto di voler dividere o rimborsare il cavaliere;
- si aspetta che l’uomo provveda al suo sostentamento, spesso facendone esplicita richiesta;
- si lamenta quando l’uomo non fa abbastanza regali o proposte di cene o viaggi o altre iniziative;
- pretende che il partner sia vestito all’ultima moda, abbia una bella macchina, un bel telefono, una casa di proprietà etc.
- chiude la frequentazione quando vede che l’uomo non è in grado di aiutarla, o semplicemente non vuole supportarla economicamente.
In realtà, la gold digger può esistere solo a fronte di uno specifico tipo di uomo, e non può vivere di vita propria.
Quando parleremo di come evitare questo tipo di donna, vedremo anche quale atteggiamento le crea.
SUPERFICIALI (Disturbo Antisociale)
La donna superficiale, solitamente, è una donna che, per mancanza di intelligenza e cultura, ma anche per mancanza di rapporti affettivi equilibrati, non è in grado di sviluppare dei rapporti profondi a livello emotivo ed affettivo.
Sono donne che possono essere anche docili, umili, spensierate, ma comunque emotivamente chiuse. Non è purtroppo uno stereotipo il fatto che, molte donne che provengono dall’est Europa, vengano spesso descritte in questo modo dagli uomini che le frequentano.
- poco inclini al dialogo;
- sesso tecnicamente di qualità, ma freddo;
- sesso immobile;
- tendenza a scegliere il partner in base al supporto materiale garantito;
- e/o tendenza a scegliere il partner in base al supporto emotivo garantito;
La donna superficiale, quindi, non è una vera e propria categoria patologica, come quelle elencate precedentemente, sebbene in realtà, nei casi più gravi, una donna opportunista e superficiale potrebbe arrivare a sfiorare il Disturbo Antisociale di Personalità, ovvero possono arrivare a compiere azioni di deliberato sfruttamento per profitto personale o per piacere e senza provare rimorso. Alcune azioni tipiche possono essere:
- Giustificare o razionalizzare il loro comportamento;
- Colpevolizzare la vittima per essere sciocca o incapace;
- Essere indifferenti allo sfruttamento e alle loro azioni nocive sugli altri.
Alcuni ragazzi che ho assistito sono arrivati a raccontarmi storie, che coinvolgevano donne dell’est (talvolta anche donne italiane), che avevano tutti i tratti qui descritti. E’ il caso di Roberto, bell’uomo sulla cinquantina, economicamente benestante che, conosciuta questa modella russa di nome Anastasia, aveva iniziato una frequentazione mentre lei viveva in Russia e lui la andava a trovare. Oltre a sobbarcarsi le spese del viaggio, ogni mese le regalava 500 euro, dietro una di lei richiesta. Siccome doveva studiare, diceva, non aveva tempo per lavorare, quindi, per essere la sua donna, lui doveva mantenerla, altrimenti lei, molto serenamente, avrebbe cercato qualcun altro che la aiutasse. Da 500 euro, nel giro di alcuni mesi, lui le dava uno stipendio di 1400 euro ogni mese, appagandosi delle promesse che lei gli faceva, ovvero di venire in Italia e sposarlo. Lei era perfettamente consapevole di quello che stava facendo a quest’uomo, ma per lei, quello che faceva, era corretto. Lei doveva studiare per diventare, udite udite, una life coach, e prendeva in giro questa persona (che aveva l’interesse a lasciarsi prendere in giro) senza porsi il benché minimo problema etico. Sicuramente avrà pensato che, se lui era così stupido da accettare quella situazione, lei faceva bene a cavalcarne l’onda. Si potrebbe aprire un enorme dibattito su cosa sia o meno giusto, in realtà, se per lui fosse utile essere trattato così per accorgersi della situazione, oppure se lei avrebbe dovuto tutelarlo, ma non è questa la sede e, in ogni caso, non importa, perché gli incastri evolutivi fanno comunque il loro corso, a prescindere che noi li riteniamo o meno corretti.
Quel che ci tengo a sottolineare è che, se è vero che un uomo disperato (non innamorato, ma disperato) può arrivare a tanto, è altresì vero che ci sono donne che non si fanno alcun problema ad approfittarsene. E, se stai pensando “A me non potrebbe mai accadere, non sono mica stupido!”, beh ti stai sbagliando di grosso, perché sono situazioni che, nel giusto modo e momento, possono intaccare chiunque.
Tra poco vedremo come essere certi di non cadere vittime di queste persone disturbate.
SQUILIBRATE
Ogni categoria di donna descritta fin qui, potrebbe essere inserita sotto la topologia della donna squilibrata.
Ci sarebbe da chiedersi, inoltre, se esistano donne – così come uomini – che, in modo più o meno incisivo – non siano squilibrate.
Chiunque non sia in perfetto equilibrio, emotivo, mentale spirituale, con sé stesso, può di fatto ritenersi squilibrato. Questo non è un brutto segnale, in realtà, perché aiuta a comprendere che non ha senso alcuno usare il proprio tempo per trovare gli squilibri altrui (a meno che non lo si faccia per scoprire il proprio lato in ombra), ma è sempre meglio rivolgere l’attenzione su sé stessi e impiegare le energie per rinascere dalla cenere delle vecchie abitudini malsane.
THE DARK SIDE OF THE MOON
E’ bene comprendere, per la propria crescita individuale, sana e onesta, che ogni persona tende ad attirare il suo opposto o, meglio, tende ad attirare la parte di sé rimasta in ombra. Cosa significa?
Significa che, per crescere e conoscerci, ovvero per realizzare l’individuazione, siamo destinati a conoscere ogni parte di noi, anche le più profonde e mai viste, proprio quelle che, spesso, ci sembra che non ci riguardino per nulla e che, addirittura, ci infastidiscono se le vediamo negli altri.
Nella psicologia junghiana, l’ombra è un aspetto inconscio della personalità che l’ego cosciente non identifica in sé stesso; o la totalità dell’inconscio, cioè tutto ciò di cui una persona non è pienamente cosciente. Insomma, l’ombra è il lato sconosciuto di sé stessi.
Solitamente, questo aspetto che le persone di loro stesse non riconoscono, viene sapientemente proiettato negli altri, dando origine a dei comportamenti che noi vediamo negli altri e che, in qualche modo, vanno a provocarci delle reazioni (al fine di essere notati). Possono essere reazioni di invidia, di fastidio, di repulsione e rifiuto, o di gioia. La cosa importante è saper fare un buon lavoro per scoprire le parti di noi che sono riflesse negli altri, perché è il solo modo che abbiamo per conoscerci fino in fondo.
Il fatto che per noi sia utile vedere queste proiezioni al fine di conoscerle, però, non significa affatto che si debba portare avanti delle relazioni malsane e basate su queste proiezioni, appunto. Tutt’altro. E’ opportuno lavorare, insieme ad uno specialista, sul ritiro della proiezione.
Una volta vista la nostra qualità riflessa nell’altro, infatti, possiamo lavorare sul riconoscerci, ma senza avere più bisogno della persona sulla quale stavamo proiettando le nostre parti. La relazione, in questo modo, può continuare se poggia su delle basi sane e utili realmente alla propria crescita, altrimenti è il caso che volga al termine.
COME EVITARE UNA DONNA BORDERLINE
Chi si trova ad aver attirato una donna borderline, con buona probabilità, è una persona che tende ad essere facile preda delle manipolazioni in quanto è un soggetto che incarna un po’ l’archetipo del salvatore, della persona che si fa facilmente manipolare quando si trova ad avere a che fare con soggetti che legano gli altri attraverso la colpa.
Chi si trova invischiato in una relazione con una donna borderline, è una persona che, tendenzialmente, prova una sorta di piacere nel farsi coinvolgere in rapporti tumultuosi, intensi, complicati, ricchi di alti e bassi continui. Molte persone, infatti, credono che l’amore sia fatto così, che si crei sull’attaccamento, sul possesso, sulla paura.
Le domande che talvolta si pone il partner della donna border sono
“Cosa accadrà se le dirò che voglio terminare la relazione?”
“Cercherà di farsi del male e quindi poi sarà colpa mia?”
“Se la lascio, poi io sono quello cattivo e, quindi, quello che lei diceva era vero?”.
Occorre quindi fare un lavoro profondo sull’autostima e sul senso di colpa, sulla capacità di sentirsi degni anche quando non si compiono specifici atti salvifici nei confronti di qualcuno.
Per evitare relazioni con donne borderline, occorre riuscire a identificare con precisione e correttezza quelli che sono dei comportamenti malsani in ambito sentimentale, senza ricoprirli di romanticismo da film horror. Esiste infatti una malsana abitudine a considerare normali certi comportamenti, come se facessero usualmente parte degli scambi sentimentali quotidiani. Si vedono in tv, nelle trasmissioni, nei film, nelle serie tv, negli idoli, tanto che, alla fine, sembra che il delirio emotivo continuativo, nelle relazioni, quindi le gelosie, il possesso, il sospetto, il bisogno, la rabbia, siano considerati sintomi normali all’interno di un rapporto di coppia.
Occorre togliersi dalla testa questa immagine: la relazione equilibrata e sana non ha nulla a che fare con questi ricatti autorizzati che la donna borderline inscena con il solo scopo di non farsi mai e poi mai abbandonare.
Volersi bene e saper riconoscere i sintomi di un rapporto malsano sono le prerogative per riuscire a non cadere vittima di queste persone che, sapientemente, sono in grado di creare delle trame così fitte dalle quali possono volerci anni per uscirne. Occorre anche una buona dose di sano egoismo per rendersi conto che, una relazione con una donna borderline, è una relazione che, per il bene di ambedue, va interrotta.
L’amore del borderline può far sentire speciale chiunque, per questo lega così tanto, perché chiunque sogna di essere amato al punto che l’altro farebbe follie per non perderti. Quello che occorre invece realizzare è proprio che quello non è amore, ma ossessione data dal terrore di stare soli.
Una relazione sentimentale non può realmente risolvere una enorme mancanza interiore, questo è bene ricordarlo sempre, specie nel processo di distacco dal borderline.
COME EVITARE UNA DIPENDENTE AFFETTIVA
Quanto fin qui detto per le donne border, vale anche per le dipendenti affettive, con la differenza che, se un uomo ha avuto partners dipendenti affettive, con ogni probabilità sarà una persona che ha costruito delle barriere molto fitte (narcisista) e necessita di indagare il proprio lato “debole”, togliendo le barriere e scoprendo l’altro lato della medaglia, ovvero la propria dipendenza affettiva data dalla sensazione di non valere, di non meritare, che, anziché essere estrovertita, si presenta in maniera introvertita.
Per guarire da una relazione con una donna dipendente affettiva, occorre guardare dentro a quella dipendenza che la donna sta mostrando con i suoi comportamenti. Chi cade vittima della dipendente affettiva, è qualcuno che sta scappando dalla propria parte fragile, qualcuno che non vuol vedere in faccia la propria parte dipendente, che addirittura disprezza chi è debole e bisognoso.
La donna dipendente va messa nelle condizioni di fare un buon lavoro su sé stessa, insieme ad un terapeuta, ma allo stesso tempo è necessario che, chi l’ha attirata, si muova per indagare il proprio lato che teme di affidarsi, che viene svilito e considerato debole e indegno. E’ un aspetto che va rafforzato, accompagnato, amato.
COME EVITARE UNA DONNA NARCISISTA
Essere un dipendente affettivo aumenta di molto le possibilità di incontrare una donna narcisista. Le persone dipendenti, infatti, sentendosi inferiori, insicure, meno importanti, cercano per compensazione una figura forte (che in realtà non è forte, ma finge di esserlo perché se ne convince) dalla quale ricevere gratificazione e il permesso ad avere un valore.
Per non cadere vittime delle donne narcisiste, quindi, occorre coltivare una reale autostima, più indipendenza emotiva. Occorre trovare la forza dentro di sé, senza aspettare che sia l’esterno a darci l’autorizzazione ad essere bravi e amabili.
Serve una grande forza interiore: capacità di stare bene da soli, capacità di percepire il proprio valore sociale, emotivo, a prescindere da quello che l’esterno decide di dispensare. Occorre anche saper vedere bene gli altri: vedere che, le persone alle quali ci affidiamo, spesso non sono così forti e sicure come sembrano, ma sono esseri umani come gli altri, che spesso sembrano forti, ma che sono anche loro umani, con pro e contro, con punti di forza e fragilità. come tutti.
Chi attira la donna narcisista ha assoluto bisogno di imparare a mettere dei confini sani, a trovare la propria forza interiore, al fine di smettere di elemosinare approvazione dalla partner, la quale, nelle sue esternazioni narcisistiche, alla persona debole e dipendente, appare forte e sicura.
COME EVITARE UNA GOLD DIGGER
La gold digger esiste solo grazie a una certa tipologia di uomo, ovvero di colui che dà molto (o troppo) nella speranza di non farsi lasciare, nella speranza di avere qualcuno vicino.
Per chiarire bene quali sono i comportamenti che alimentano una relazione con una gold digger, ti invito a vedere questo video:
Quindi, stiamo dicendo che è un uomo bisognoso a creare una donna che se ne approfitta economicamente, e non solo. Quindi, se si vuole evitare che una donna approfittatrice si agganci a voi, si deve essere persone che non legano attraverso il DARE. Se non usi il DARE per legare, o comunque, ancora meglio, se non cerchi di legare a te le persone, le donne che vogliono relazioni basate sul dare, si allontaneranno da te.
Uno potrebbe dire “Ok Daniela, quindi non devo più dare nulla a nessuno? Non mi posso più fidare di nessuno?”
Donare va sempre bene, anzi è la base. Ma una cosa è donare aspettandosi qualcosa in cambio, un’altra è donare per la bellezza di farlo. Il dare incondizionato non lega nessuno, lascia liberi. Quando invece io do a una persona nella speranza (spesso pretesa) di essere ricambiato, allora il mio dare sta creando una base poco sana per un rapporto libero.
Le conseguenze, quando si creano rapporti basati sullo scambio (in questo caso lui dà denaro e lei offre compagnia o sesso), sono quelle che descrivo nel video.
COME EVITARE UNA DONNA SUPERFICIALE (o con DISTURBO ANTISOCIALE)
Le donne fredde, calcolatrici e opportuniste, sono spesso delle oculate predatrici.
Sebbene il sesso con queste persone possa essere freddo e spietato, questo risulta irresistibile per certi uomini, i quali si sentono più al sicuro in compagnia di donne fredde glaciali, anaffettive, che li trattano come schiavi, ricordando loro che sono esseri di poco valore. Quasi sempre, queste donne hanno contemporaneamente più partners, spesso non ne fanno neanche grande mistero, certe che gli uomini zerbino non riusciranno comunque a fare a meno di loro. Sono ambasciatrici di un sesso che porta il velo della morte, della miseria, del rapporto che consuma e non riesce ad essere salvifico.
L’uomo che cade vittima della donna superficiale è un uomo che soffre già da un’intera vita di una profondissima carenza d’affetto, di amore e di dolcezza, e che quindi trova familiare il comportamento della donna, così come ha conosciuto da parte di madre, che non sa empatizzare e avere un atteggiamento sano e amorevole. Questo, per chi ha avuto un modello genitoriale analogo, risulta essere confortevole ed irresistibile.
Per evitare una donna di questo tipo, occorre fare un grande lavoro nel profondo di recupero di un’immagine sana e florida del rapporto amoroso.
La persona, per arrivare a non sentirsi più attratta da un femminile predatore, ha bisogno di riscoprire la propria profondità senza timore, senza temere di toccare il proprio lato fragile, abituandosi ad avere rapporti umani con persone che sappiano trattare con delicatezza nelle fasi di apertura.
In questo modo, non sarà più necessario affidarsi a persone superficiali e insensibili, nella certezza così di non doversi mai aprire.
In altre parole, se si impara a non temere le proprie profondità, non c’è ragione di dover frequentare persone che tengano i rapporti costantemente sulla superficie.